
(ANSA) – BOLZANO, 07 MAG – Alex Schwazer dopo il nulla di
fatto a Losanna ora punta tutto su Bolzano per riabilitare la
sua immagine. “Sapevamo che a Losanna le possibilità erano
scarse – così l’atleta al Dolomiten – perchè ci sono molti
indizi, ma ancora nessuna prova certa”. Il tribunale federale di
Losanna ha infatti bocciato il suo ricorso contro la squalifica
per otto anni per doping, comminata all’atleta dopo la
positività al testosterone rilevata in un controllo a sorpresa
del primo gennaio 2016. I giudici svizzeri hanno respinto la
tesi dei legali di Schwazer, secondo cui sarebbero emersi fatti
nuovi dalle indagini in corso a Bolzano, ma l’atleta non si dice
deluso, “perchè dopo lo spostamento dei giochi olimpici di
Tokio, per me ora non è più così importante”.
Schwazer ora ha tempo per far valere le sue ragioni. “Punto
su Bolzano e sono fiducioso che la mia vicenda possa avere un
buon esito”, dice Schwazer. “Che le provette nei laboratori
vengono manipolate, lo sappiamo dai fatti avvenuti a Mosca. Se
nel mio caso le provette sono state manipolate, allora il
laboratorio di Colona è sicuramente coinvolto”, dice Schwazer in
riferimento al fatto che il laboratorio ha esitato a lungo prima
di concedere le provette in questione al giudice di Bolzano
Walter Pelino che ne aveva fatto richiesta per farle esaminare
dal Ris di Parma.
“I miei avversari non sono gli atleti, ma la Iaaf
(Federazione Mondiale di Atletica Leggera) e la Wada (Agenzia
mondiale antidoping)”, così Schwazer. La data per il suo
processo a Bolzano è fissata per il 30 giugno, ma Schwazer pensa
che possa essere spostata a settembre per la crisi del
coronavirus. “Per me è comunque importate poter dimostrare la
mia innocenza”, ribadisce Schwazer al Dolomiten. (ANSA).
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